è un po vecchia ma tant
è...
visto che il morbo non passa
Da «Storia d'Italia»
di Gasparri, Previti e Storace. Testo per le scuole medie dell'anno
2010
Ai primi del Novecento un giovane
pittore di nome Adolf Hitler, si accorse che la dittatura comunista
stava cingendo d'assedio la Germania e il mondo. Dopo essere
stato perseguitato dalla magistratura e incarcerato, scrisse
un veemente saggio sulla superiorità della razza nordica,
che lo rese assai popolare. Egli si recò con una piccola
scorta militare in Polonia, per promozionare le sue idee. Subito
l'Europa filocomunista e parcondicionista gridò all'invasione
e lo attaccò.
Hitler si difese eroicamente. Per evitare danni ai civili, evacuò
alcune città e sistemò gli abitanti in centri di
accoglienza quali Auschwitz e Buchenwald. Purtroppo il grande
numero di persone causò disagi e carenze nell'accoglienza.
La storiografia marxista, con la consueta enfasi settaria, bollò
l'accaduto col termine "Olocausto". In realtà,
anche se ci fu qualche eccesso da parte dei militari tedeschi,
la vicenda è ancora così oscura che, per la sua
delicatezza e la violenza di alcune immagini, il ministro dell'istruzione
Rovagnati l'ha vietata ai minori di anni 18. Potrete eventualmente
studiarla all'università se passerete l'esame delle "quattro
i": (Internet, Impresa, Inglese e Il papà mi dà
trenta milioni per iscrivermi).
Dopo il presunto Olocausto, tutti si accanirono contro il povero
Adolf. Egli affrontò con coraggio le armate staliniane,
la lobby giudaica, i depravati inglesi e i sanguinari francesi.
Ma alla fine fu travolto da un massiccio sbarco di extracomunitari
in Normandia, favorito dalla politica lassista delle sinistre
italiane. Intanto in Italia Benito Mussolini e altri carbonari,
che avevano appoggiato il generoso sforzo liberista hitleriano,
furono rovesciati da una congiura di partigiani sostenuti dalla
magistratura.
La dittatura comunista regnò per molti anni, con la collaborazione
dei cattolici rossi, dei massoni e della lobby omosessuale. Uomini
come Fanfani, Rumor, Scelba, e Taviani, tutti di stretta osservanza
marxista, detennero a lungo il potere, e nelle scuole la propaganda
stalinista cancellò ogni traccia di verità storica.
Lo scoppio di una caldaia alla stazione di Bologna, sostenuto
a lungo dal solo perseguitato Bruno Vespa, fu contrabbandato
per strage, e così pure venne deviata la verità
su Ustica (l'aereo scontratosi contro un sottomarino russo impazzito)
e sul guasto meccanico dell'Italicus. Si giunse persino a dire
che Hitler era dotato di un membro sotto la media, mentre invece...
(vedi illustrazione pagina 145 in alto).
Ma ecco irrompere sulla scena mondiale un giovane eroico lombardo,
Silvio Berlusconi (vedi illustrazione pagina 145 in basso). Egli
cantava in un pianobar e non pensava alla politica, quando un
giorno vide apparire, su un prato alla periferia di Milano, un
angelo con la spada fiammeggiante che gli disse: «O unto
da Dio, tu sei il prescelto: libererai l'Italia dai comunisti
e diventerai ricco e famoso. Eccoti i fondi per fare tre televisioni».
E di colpo Berlusconi si ritrovò pieno di monete d'oro.
I magistrati persecutori gli chiesero a lungo come avesse fatto
quei soldi così in fretta, ma dovettero arrendersi di
fronte al miracolo.
Nella cantina della sua modesta abitazione di Arcore, Silvio
preparò la riscossa insieme a patrioti come Dell'Utri,
Previti, Confalonieri e Pilo. Con pochi mezzi e coi i media tutti
in mano al nemico bolscevico, riuscì a vincere le elezioni,
ma il tradimento di un altro lombardo, Bozzi, lo privò
del giusto diritto a governare.
La dittatura rossa tornò a opprimere l'Italia. I comunisti
tolsero a Berlusconi ogni avere, tutte le televisioni e lo incarcerarono
per lunghi anni. Silvio Berlusconi fu rinchiuso insieme a Silvio
Pellico allo Spielberg, un castello appartenuto al produttore
americano. Ma un giorno l'angelo fiammeggiante riapparve e liberò
Berlusconi, che rivinse le elezioni a capo di un triumvirato.
Questa volta non commise gli errori precedenti. Liquidò
con un congruo assegno gli altri triumviri Bozzi e Fidi e divenne
imperatore d'Italia col nome di Silviodoro primo. Sotto di lui
la Fininvest e il paese godettero di un periodo di prosperità
senza pari. Fu iniziato il ponte di Messina, per congiungere
Messina a Reggio Emilia. Fu genialmente creato un milione di
posti di lavoro licenziando un milione di vecchi lavoratori.
La battaglia tra magistratura e mafia fu finalmente vinta, sconfiggendo
la magistratura.
Oggi nel 2010, il nostro paese è invidiato e temuto, anche
se è tuttora accerchiato dai centri sociali, dall'Europa
bolscevica e dai molli americani del primo presidente exnero
Michael Jackson. Ma l'imperatore Silviodoro si prepara a fare
dell'Italia la più grande potenza del mondo libero. Le
nostre truppe e le nostre parabole televisive hanno già
conquistato la Svizzera, e dall'Austria del nostro alleato Kaiser
Haider accerchiano Praga e puntano verso la Polonia. E stavolta,
non falliremo.
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